BENDAGGIO GASTRICO
L’intervento consiste nella realizzazione di un bendaggio con protesi circolare in silicone nella parte alta dello stomaco delimitando così un compartimento gastrico del volume di 15/20 ml che costituirà un piccolo neo-stomaco. Tale tecnica chirurgica è stata realizzata per la prima volta in Francia da Belachew nel 1991.
L’intervento chirurgico è praticato in laparoscopia previa realizzazione di uno pneumoperitoneo con ago di Verres con la finalità di creare una cavità virtuale endoaddominale e separare quindi la parete addominale dai visceri interni. Con l’ausilio di 4 o 5 trocars posizionati secondo la disposizione preferita dall’operatore, si accede alla regione epigastrica e da qui al livello dell’angolo di His si inizia la liberazione delle aderenze con il pilastro diaframmatico sinistro. La dissezione è proseguita al livello del lato destro dello stomaco: si apre il peritoneo parietale posteriore al livello del pilastro diaframmatico destro nel suo punto medio. L’esperienza ci ha insegnato che bisogna passare a distanza dallo stomaco attraverso la pars flaccida del piccolo epiploon o via dei pilastri diaframmatici: tale tecnica diminuisce la possibilità di perforazione gastrica e/o di migrazione del bendaggio gastrico. È molto importante inoltre, che il bendaggio gastrico sia posizionato intorno allo stomaco e non intorno all’esofago, per tale motivo si preferisce calibrare il neostomaco posizionando una sonda con un palloncino alla sua estremità che viene gonfiato con 15/20 ml di soluzione fisiologica. La sonda sarà spostata in modo tale che il palloncino si blocchi al livello del cardias, delimitando così la futura sacca a livello dello stomaco prossimale. Una volta realizzato il passaggio retrogastrico bisogna realizzare il passaggio davanti al pilastro diaframmatico destro per poi ricercare il pilastro diaframmatico sinistro: la chiave di tale passaggio è il grasso retrogastrico che deve essere dissociato. Dopo tale passaggio s’introduce un dissettore od un goldfinger che viene fatto fuoriuscire al livello della zona precedentemente liberata. A questo punto viene introdotto il bendaggio in cavità addominale e fatto passare dalla sinistra alla destra dello stomaco attraverso il passaggio retrogastrico creato precedentemente. Una volta chiuso il bendaggio viene realizzata una valva gastro-gastrica che ricopre il bendaggio in tutta la sua emicirconferenza anteriore. Il tubo di raccordo del bendaggio è fatto fuoriuscire attraverso il trocart in ipocondrio sinistro ed il “port” è fissato in tale regione alla fascia muscolare assicurandosi che il tubo non si pieghi a gomito. Tale port è necessario al fine di calibrare il bendaggio che sarà calibrato solo a distanza di 4/6 settimane dall’intervento chirurgico.
Il bendaggio gastrico è un intervento non scevro da complicanze: in USA la FDA ha reso obbligatoria la rx-grafia di esofago e stomaco con gastrografin nel follow-up dei pazienti operati di bendaggio gastrico. La complicanza più grave del bendaggio gastrico rimane comunque la dilatazione del neostomaco; l’incidenza di tale dilatazione varia tra il 3% ed il 20% in varie casistiche chirurgiche. La diagnosi di dilatazione del neostomaco si basa su segni clinici quali intolleranza al cibo ed esofagite, è confermata da un esame radiologico che mostrerà un’ostruzione senza passaggio del mezzo di contrasto attraverso il bendaggio.
L’intervento chirurgico è praticato in laparoscopia previa realizzazione di uno pneumoperitoneo con ago di Verres con la finalità di creare una cavità virtuale endoaddominale e separare quindi la parete addominale dai visceri interni. Con l’ausilio di 4 o 5 trocars posizionati secondo la disposizione preferita dall’operatore, si accede alla regione epigastrica e da qui al livello dell’angolo di His si inizia la liberazione delle aderenze con il pilastro diaframmatico sinistro. La dissezione è proseguita al livello del lato destro dello stomaco: si apre il peritoneo parietale posteriore al livello del pilastro diaframmatico destro nel suo punto medio. L’esperienza ci ha insegnato che bisogna passare a distanza dallo stomaco attraverso la pars flaccida del piccolo epiploon o via dei pilastri diaframmatici: tale tecnica diminuisce la possibilità di perforazione gastrica e/o di migrazione del bendaggio gastrico. È molto importante inoltre, che il bendaggio gastrico sia posizionato intorno allo stomaco e non intorno all’esofago, per tale motivo si preferisce calibrare il neostomaco posizionando una sonda con un palloncino alla sua estremità che viene gonfiato con 15/20 ml di soluzione fisiologica. La sonda sarà spostata in modo tale che il palloncino si blocchi al livello del cardias, delimitando così la futura sacca a livello dello stomaco prossimale. Una volta realizzato il passaggio retrogastrico bisogna realizzare il passaggio davanti al pilastro diaframmatico destro per poi ricercare il pilastro diaframmatico sinistro: la chiave di tale passaggio è il grasso retrogastrico che deve essere dissociato. Dopo tale passaggio s’introduce un dissettore od un goldfinger che viene fatto fuoriuscire al livello della zona precedentemente liberata. A questo punto viene introdotto il bendaggio in cavità addominale e fatto passare dalla sinistra alla destra dello stomaco attraverso il passaggio retrogastrico creato precedentemente. Una volta chiuso il bendaggio viene realizzata una valva gastro-gastrica che ricopre il bendaggio in tutta la sua emicirconferenza anteriore. Il tubo di raccordo del bendaggio è fatto fuoriuscire attraverso il trocart in ipocondrio sinistro ed il “port” è fissato in tale regione alla fascia muscolare assicurandosi che il tubo non si pieghi a gomito. Tale port è necessario al fine di calibrare il bendaggio che sarà calibrato solo a distanza di 4/6 settimane dall’intervento chirurgico.
Il bendaggio gastrico è un intervento non scevro da complicanze: in USA la FDA ha reso obbligatoria la rx-grafia di esofago e stomaco con gastrografin nel follow-up dei pazienti operati di bendaggio gastrico. La complicanza più grave del bendaggio gastrico rimane comunque la dilatazione del neostomaco; l’incidenza di tale dilatazione varia tra il 3% ed il 20% in varie casistiche chirurgiche. La diagnosi di dilatazione del neostomaco si basa su segni clinici quali intolleranza al cibo ed esofagite, è confermata da un esame radiologico che mostrerà un’ostruzione senza passaggio del mezzo di contrasto attraverso il bendaggio.
IL BENDAGGIO GASTRICO è UN INTERVENTO REVERSIBILE
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